Stop agli affitti brevi nel centro di Firenze

05/08/2024 | AgentScout
Stop agli affitti brevi nel centro di Firenze

Il caso dei B’n’b che fa discutere tutta Italia

Da Airbnb a BedAndBreakfast.it ormai i siti per prenotare online case vacanze si sprecano, il turismo tradizionale sta facendo una grande virata verso un nuovo modo di godersi le vacanze. Ma cosa sta succedendo a Firenze? Quali sono i divieti che il comune vuole mettere in atto? Oggi grazie al contributo di AgentScout analizziamo tutta la situazione.

Il boom del turismo tramite B’n’b

Al di là di quello che si crede, le utenze che si rivolgono agli alberghi e gli appassionati di B’n’b, sono due mondi molto diversi tra loro. Il mercato degli affitti brevi è praticamente una nuova fetta di turismo che sta conquistando le città italiane. Firenze, in particolare, nel secondo semestre del 2024 ha registrato un tasso di occupazione delle camere vicino al 77%, un record assoluto considerando le tante alternative che ci sono in Italia e nel mondo. Ma se da un lato il turismo non si ferma e rappresenta una grande opportunità a tutti i livelli imprenditoriali, dall’altro il comune di Firenze vuole creare delle limitazioni. Giusto? Sbagliato? Questo non sta a noi dirlo, perché vogliamo solo ricostruire gli eventi.

Il progetto del comune per limitare gli affitti brevi a Firenze

L’ex sindaco Dario Nardella nel 2023 è stato promotore di una nuova normativa per limitare gli affitti brevi a Firenze, ovvero vietando, o quantomeno riducendo, l'ingresso di nuovi B’n’b sul territorio. Il TAR della Toscana in contrapposizione ha dichiarato decaduta la normativa, quindi la possibilità per gli imprenditori di creare nuovi bed and breakfast è nuovamente disponibile. Il nuovo sindaco Sara Funaro però, è del parere che il suo predecessore Nardella abbia ragione, quindi vuole portare avanti l’iniziativa con un ricorso.

Quali sono i motivi della limitazione degli affitti brevi?

Il turismo è un mercato in cui vige la legge della domanda e dell’offerta, se la domanda di case ed immobili nel centro di Firenze aumenta, allora anche il prezzo al metro quadro sale, rendendo più difficile l’acquisto di appartamenti da parte dei cittadini. In un’ottica del genere la limitazione degli affitti brevi, andrebbe a tutelare certe fasce di persone che non hanno grandi capacità di spesa. Purtroppo, già oggi le case nel centro della città, hanno superato i 7.000,00 Euro al metro quadro in certe zone, ed i fondi d’investimento internazionali continuano a puntare sulla capitale dell’arte. Cosa fare quindi? In altri paesi, basti pensare a Londra o Parigi, ormai in centro il costo al metro quadrato ha superato i 13.000 Euro, i ceti meno abbienti quindi acquistano in periferia. I comuni per fronteggiare l’emergenza, potenziano le linee ferroviarie e metropolitane, in modo da garantire un veloce spostamento da quartiere in quartiere. Questo fenomeno dei b’n’b sta praticamente toccando tutte le città d’arte a livello mondiale, con un conseguente aumento dei prezzi.

É giusto limitare l’iniziativa imprenditoriale?

Anche la risposta a questa domanda non spetta a noi, il calcolo macroeconomico è estremamente complesso, ma proviamo a fare un esempio riducendo la città ad un villaggio di cento persone: Se Firenze fosse un villaggio di cento persone in un'economia chiusa, la città dovrebbe vivere con quello che produce, di conseguenza le difficoltà sarebbero enormi. Se in contrapposizione potessero entrare cinquanta turisti, con una capacità di spesa di trecento euro giornalieri, la città potrebbe vivere di rendita. Ovviamente questo è un mero esempio, quasi provocatorio, il calcolo macroeconomico è complesso e dobbiamo evitare di giudicare sindaco, giunta regionale ed addetti ai lavori. Sul piano puramente finanziario per dare una risposta dovremmo mettere in un sistema la ricchezza che viene apportata dal turismo, stimare il costo per la limitazione degli affitti brevi, e comprendere se effettivamente vale la pena o meno ridurre gli stessi. Se una limitazione dell’imprenditorialità porta ricchezza alla collettività, può essere sicuramente cosa buona e giusta, ma se una limitazione dell'imprenditorialità crea solo ulteriore povertà, allora è sicuramente una strada da evitare.

I fiorentini comprano davvero case nel centro di Firenze?

Oggi la città è diventata un museo a cielo aperto e le difficoltà sono molteplici, basti pensare che il centro ormai è quasi totalmente pedonalizzato. Siamo sicuri che i fiorentini acquistino casa nel centro di Firenze? Intorno al cuore di Firenze esistono molti quartieri vivibili come Campo di Marte, Coverciano, Rifredi, San Donato, che hanno comunque immobili a costi accessibili. Oggi nel centro è difficilissimo possedere un’autovettura, fare la spesa, entrare nella ZTL, tutti provvedimenti necessari per salvaguardare il patrimonio Unesco, ma ovviamente occorre tenere presente che la qualità della vita non è ottimale. Molti fiorentini preferiscono infatti acquistare un’immobile fuori dalle correnti turistiche, anche a fronte di grande disponibilità finanziaria.

Come risolvere il problema degli affitti brevi?

Dal nostro punto di vista, prima di litigare occorre una ricerca basata su dati statistici concreti, che dimostri a livello economico se per la città è vantaggioso o meno ridurre gli affitti brevi. Inoltre la stessa dovrebbe in contrapposizione, valutare se a livello qualitativo, questo provvedimento può portare un beneficio ai fiorentini. Ovviamente laddove la ricerca dimostrasse che il valore degli immobili rimarrebbe invariato, allora la riduzione degli affitti brevi sarebbe lesiva per il territorio. In alternativa se la ricerca dimostrasse una costante riduzione dei prezzi ed in parallelo un aumento della domanda di case da parte dei cittadini, allora il provvedimento potrebbe essere valutabile.

In conclusione non esiste ad oggi una risposta universalmente valida, perché pur avendo cercato, mancano delle ricerche ben fatte (ad oggi rese pubbliche) che proiettino gli scenari possibili. Il nostro suggerimento, anziché litigare, è quello di chiedere alle istituzioni dei dati concreti sui benefici o meno del provvedimento.


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