Come vestirsi a un colloquio di lavoro
La psicologia dell'abbigliamento
Potresti non essere al corrente, ma in psicologia esiste un filone di ricerca interamente dedicato allo studio del rapporto tra psiche e vestiario: la c.d. psicologia dell'abbigliamento. Il modo in cui ci vestiamo può, infatti, influenzare il nostro umore e la nostra autostima, la percezione che gli altri hanno di noi, il modo in cui appare il nostro corpo, o ancora ciò che desideriamo trasmettere agli altri della nostra personalità. Non deve stupire, del resto! La moda è storicamente uno degli elementi più presenti nella grande struttura che è la società, capace di identificare lo status economico di un individuo e le sue possibilità di successo.
Ciò detto, è facile intuire per quale ragione siamo tutti portati – chi più chi meno – a prestare particolare attenzione al modo in cui ci abbigliamo a seconda delle occasioni e perché ci ritroviamo spesso frustrati di fronte alle ante spalancate del nostro armadio. Il nostro io è così sfaccettato e in costante cambiamento che è inevitabile sentirsi scarsamente rappresentati da una ristretta selezione di capi. Questo è ancor più vero se proiettiamo lo stesso ragionamento all'ipotesi del colloquio.
Il confine tra frivolezza e accuratezza
Alcune persone sono erroneamente portate a pensare che prestare attenzione all'abbigliamento, in fase di colloquio, sia non soltanto superfluo ma anche frivolo. Alla fin fine, dovrebbero essere le nostre competenze a pesare di più sul piatto della bilancia e, in parte, è vero. Sarebbe sbagliato, però, convincersi che la fase di selezione non si accompagni a uno scrutinio altrettanto approfondito sulla nostra apparenza.
Hai mai sentito dire (o usato) la frase “è una persona di bella presenza”? Ecco, sappi che si tratta di un elemento di valutazione che viene spesso preso in considerazione durante i colloqui. Il motivo è tutto fuorché scontato: le scelte che compiamo nel curare il nostro aspetto sono un indicatore che trasmette a chi abbiamo di fronte qual è il nostro approccio al lavoro. Siamo meticolosi? Siamo a capo di un'azienda con una buona autorevolezza? Diamo il giusto peso ai dettagli? Sappiamo orientare la conversazione in base all'interlocutore? È evidente che si tratta di elementi che un recruiter sarà portato a prendere in considerazione per formarsi un'idea su di noi, che prescinda il curriculum. Allo stesso tempo, se siamo nella posizione di chi assume, il nostro abbigliamento fornirà alla risorsa un'idea del tipo di azienda per cui si sta candidando e dei valori di cui si fa portatrice.
L'apparenza è tutto?
La risposta è no. Una persona è molto di più del modo in cui appare. Sotto lo strato più superficiale, c'è un mondo stratificato di esperienze, competenze e abilità in grado di fare la differenza. Ciò non significa che l'aspetto sia un elemento trascurabile. In fondo, non possiamo pretendere di affrontare un colloquio con degli sconosciuti e che questi ultimi capiscano tutto di noi in una manciata di minuti. Dovranno pur basarsi su qualcosa per elaborare un giudizio (anche solo parziale) sulla nostra persona. E qui l'apparenza fa la sua apparizione! Insomma, se nessuno andrebbe a un primo appuntamento in bikini, possiamo supporre che lo stesso valga per un colloquio.
Ecco perché noi di AgentScout suggeriamo di prestare la giusta attenzione alle decisioni che prendiamo nell'affrontamento di un colloquio. Sei pronto a scoprire come?
1. Scegli gli abiti in base al tipo di lavoro
Non esiste una “divisa del colloquio”: un abbinamento che vada bene per tutti e per tutte le occasioni. E probabilmente è un bene giacché, in caso contrario, non avremmo alcun margine di manovra e rischieremmo di ridurci a un prestampato senza personalità. L'assenza di un dictat perentorio ci permette di spaziare, ma bisogna farlo con intelligenza. Scegliere un outfit che ben si sposi con il tipo di lavoro per il quale intendiamo candidarci o con il ruolo che ricopriamo è sicuramente una mossa vincente. Favoriremo, infatti, inconsapevolmente in chi sta dall'altra parte l'impressione di avere di fronte la persona in grado di soddisfare proprio i suoi bisogni.
Meglio uno stile formale o casual?
In fase di colloquio, un creativo non sceglierà di presentarsi in giacca e cravatta, così come un agente di vendita o un imprenditore non opterà per abiti a fantasie colorate. Il motivo? La vocazione di ciascun mestiere varia di settore in settore. Perciò, un candidato che spera di lavorare nel mondo delle animazioni e delle illustrazioni dovrà preferire un abbigliamento in linea con ciò che vuole esprimere: fantasia, creatività, dinamismo ed energia. Al contempo, un agente di vendita o un rappresentante commerciale riuscirà a trasmettere affidabilità, professionalità e serietà proprio optando per una mise semplice ma formale.
2. Evita di strafare
La moderazione è il vademecum per eccellenza quando si tratta di incontri di lavoro, anche sotto forma di colloqui. Un eccesso di formalità o un eccesso di stravaganza rischia di produrre un effetto contrario a quello che desideriamo e, cioè, di attirare l'attenzione in senso negativo. Se una risorsa volesse rimanere impressa anche per il proprio modo di abbigliarsi o un recruiter volesse indurre un candidato a scegliere l'azienda per cui lavora, dovrebbe soffermarsi su un dettaglio che faccia la differenza: un accessorio, un tessuto a fantasia particolare, un colore acceso. Il tutto correttamente bilanciato da una buona dose di sobrietà.
3. Sentiti a tuo agio
Seguire tutti i consigli di cui sopra e non sentirsi a proprio agio non ha alcun senso. L'abbigliamento non serve soltanto a comunicare con gli altri, ma anche a rinsaldare convinzioni e punti di forza. Per questa ragione, qualsiasi sia l'outfit prescelto, devi avere cura di valutare se sia davvero quello adatto a te oppure no. Il rischio, altrimenti, è quello di avere i giusti capi ma non riuscire a sfruttarli per un eccesso di insicurezza, dovuto al fatto che abbiamo deciso di indossare qualcosa che non ci rappresenta davvero. Assicurati di scegliere gli abiti che ti valorizzino come persona e come professionista, sia che tu sia nella posizione di chi assume sia che tu sia nella posizione di chi cerca lavoro.
In conclusione, nessun accostamento cromatico né ultima tendenza può assicurare che il colloquio vada a buon fine e questo vale sia per la risorsa sia per il recruiter. Ciò non significa che sia un elemento da sottovalutare. Le nostre scelte, in fondo, ci dicono chi siamo. A tal proposito, non perdere l'occasione di trovare un professionista che fa per te. Se sei alla ricerca di agenti e rappresentanti commerciali, AgentScout ha la soluzione che fa per te.