Come generare referral? La guida definitiva

09/07/2025 | AgentScout
Come generare referral? La guida definitiva

Tattiche vincenti per trasformare i tuoi contatti in potenziali clienti

Hai mai desiderato che i tuoi clienti facessero il lavoro di marketing al posto tuo? In un mercato saturo, il passaparola resta l’arma più potente, ma solo se sai come attivarlo. Generare referral non è questione di fortuna, ma di strategia: serve il giusto mix di incentivi, tempismo e relazione. Questa guida ti svela come trasformare i tuoi clienti soddisfatti in veri e propri ambasciatori del tuo brand; dalle tecniche psicologiche ai tool digitali, analizzeremo cosa funziona davvero nel 2025, ma andiamo per gradi e godiamoci il percorso.

Chi sono i referral e perché sono così importanti?

Spesso associamo agli “inglesismi” chissà quali tecnologie complesse, i referral invece non sono altro che persone che arrivano alla tua azienda grazie alla raccomandazione di qualcun altro: un tuo cliente attuale, un collaboratore, un partner, o persino un semplice conoscente soddisfatto. Sono clienti che non ti trovano tramite pubblicità, SEO o social media, ma perché qualcuno si è preso la briga di parlare bene di te. E questo cambia tutto. Perché sono così importanti? Perché un referral ha un valore molto più alto rispetto a un cliente acquisito con metodi tradizionali. Statistiche alla mano: i clienti referral convertono meglio, spendono di più e rimangono fedeli più a lungo. Non solo, arrivano già con un certo grado di fiducia, perché si fidano di chi li ha mandati da te; questo ci fa comprendere come i referral costano molto meno in termini di acquisizione. Pensa a quanto spendi in advertising per portare a casa un lead caldo, ora immagina che quello stesso lead arrivi gratis, o quasi, solo perché hai fatto un buon lavoro e il tuo cliente ha deciso di consigliarti; si tratta di un marketing organico all’ennesima potenza. In sostanza, i referral sono clienti che portano altri clienti, spesso senza che tu debba fare nulla di più che attivarli nel modo giusto. E in un sistema ben costruito, questo ciclo può diventare esponenziale: ogni nuovo cliente può generare altri clienti, in una catena virtuosa che riduce i costi, aumenta la qualità e fa crescere il tuo brand in modo autentico. Ma come fare a generare nuovi referral? Andiamo per gradi..

Il caso Uber: quando i referral diventano la miccia di una rivoluzione

C’era una volta un’idea semplice, quasi banale: chiamare un’auto con lo smartphone, in pochi secondi* senza aspettare un taxi, senza dover pagare in contanti, senza stress. Era il 2009, a San Francisco, e quella piccola rivoluzione si chiamava Uber. Nata come un servizio elitario per pochi techie della Silicon Valley, l’app offriva auto nere con autisti privati a tariffe competitive; ma per cambiare davvero il mondo, serviva qualcosa di più. Uber doveva crescere, e doveva farlo rapidamente, ma non aveva un budget milionario. Diventò così essenziale creare un sistema di referral integrato e intelligente, pensato per far esplodere il servizio. Il meccanismo era geniale nella sua semplicità: invita un amico e riceverete entrambi una corsa gratuita. Nessun coupon da stampare, nessun codice complicato, solo un link personale da condividere ovunque: via SMS, email, social. Bastava un clic. Il risultato? Una valanga. Ogni nuovo utente diventava un canale di acquisizione. Ogni corsa gratuita generava nuovi utenti, che a loro volta invitavano altri. Un effetto domino. Nel giro di pochi mesi, le campagne referral superarono ogni altro canale di marketing. A New York, Los Angeles, Londra, Mumbai: il modello si replicava, città dopo città, alimentato da utenti entusiasti e da un’esperienza così innovativa da meritare di essere condivisa. Uber non ha solo utilizzato i referral: li ha integrati nel cuore del prodotto, li ha resi parte dell’esperienza stessa. Non erano una promozione accessoria, ma il motore della crescita. Una strategia che ha permesso alla startup di trasformarsi, in pochi anni, in un colosso globale della mobilità, capace di riscrivere le regole del trasporto urbano in oltre 70 paesi.

I referral sono possibili anche per le piccole e medie imprese?

A questo punto la domanda sorge spontanea, e so a cosa state pensando: “Va bene Uber è una multinazionale, ma come faccio a creare referral nella mia piccola impresa?” Una domanda più che lecita, considerando la differenza abissale in termini di risorse, visibilità e struttura. È facile pensare che certe strategie siano privilegio esclusivo dei giganti, mentre le piccole realtà devono accontentarsi di metodi tradizionali, lenti e spesso poco efficaci. Ma la verità è un’altra. I referral non sono un gioco riservato ai colossi della Silicon Valley, al contrario, sono spesso più efficaci proprio nelle piccole e medie imprese, dove il rapporto con il cliente è diretto, personale, umano. Dove la fiducia conta ancora, e ogni cliente non è solo un numero in un CRM ma una persona con un volto, una voce, una rete di relazioni. Spesso le aziende che dispongono di buoni agenti di commercio, hanno un vantaggi competitivo, perché queste risorse fanno da ponte tra cliente ed impresa, ma andiamo per gradi. Nelle piccole aziende il passaparola ha le radici più profonde. Se hai mai ricevuto un nuovo cliente con la frase “me ne ha parlato un amico”, sei già nel mondo dei referral,  anche se non lo stai ancora sfruttando in modo consapevole. Non serve avere milioni di utenti, budget da capogiro o app ultratecnologiche: serve costruire fiducia, valore, relazione. I referral non richiedono potere, ma metodo. Non servono campagne virali, ma un sistema che funzioni per te, nel tuo contesto, con i tuoi clienti. Non importa che tu gestisca un negozio di quartiere, uno studio professionale, una startup o una microimpresa: se offri qualcosa che vale, allora esiste qualcuno disposto a consigliarti. Basta solo creare le condizioni giuste. E in questa guida vedremo esattamente come fare.

Vediamo quindi insieme 3 segreti per generare referral

Segreto I – Gli agenti di commercio

Tra le leve più sottovalutate per generare referral, ce n’è una che molte aziende hanno già sotto il naso: gli agenti di commercio. Figure storiche del mondo delle vendite, spesso relegate al ruolo di semplici venditori di zona, possono invece trasformarsi in veri moltiplicatori di contatti, se gestiti nel modo giusto. Il punto è questo: chi fa l’agente ha già una rete, un territorio, delle relazioni costruite nel tempo, e se si sente coinvolto nel progetto, ha tutto l’interesse a segnalare potenziali clienti. Non si tratta di dargli un altro listino da vendere, ma di farlo diventare un vero promotore del tuo brand, mettendolo nelle condizioni di parlare di te in modo naturale, autentico, senza forzature. Per questo è fondamentale che conosca bene il prodotto o servizio, che ne condivida la visione, e soprattutto che sia motivato a segnalare, non solo a vendere. In molti casi bastano piccoli incentivi, un riconoscimento chiaro, oppure la certezza che, se il contatto porta a qualcosa, ci sarà un ritorno anche per lui, economico o relazionale che sia. Gli agenti di vendita non sono solo una risorsa commerciale, sono*una rete viva che può lavorare anche quando tu non ci sei, che può portare dentro contatti caldi, già filtrati, già fiduciosi, già curiosi. E in un contesto dove l’attenzione costa cara e il rumore è ovunque, un segnalatore credibile vale più di cento click.

Segreto II - Il concetto di Win-Win

Parliamoci chiaro: nessuno lavora gratis, tantomeno chi vive di provvigioni. Un agente di commercio o rappresentante è abituato a misurare il suo valore sul campo, chiudendo trattative e portando a casa contratti, non semplicemente “passando contatti”. È il suo mestiere ed è giusto così. Per questo motivo, se vogliamo che un venditore diventi anche un canale di referral, dobbiamo entrare nella sua logica. E la logica, da sempre, è una: cosa ci guadagno? Il segreto, qui, è uno solo: creare un sistema win-win, dove entrambe le parti hanno un vantaggio chiaro e misurabile. Un sistema in cui, se l’agente ti segnala un potenziale cliente, anche se non è ancora pronto a comprare, viene comunque premiato, non per la chiusura, ma per il solo fatto di aver messo in moto la catena. Facciamo un esempio: Carlo Bianchi sta parlando con un cliente storico, magari per tutt’altro motivo. A un certo punto salta fuori una necessità che non riguarda direttamente ciò che sta vendendo, ma che rientra perfettamente nel tuo servizio. Se l’agente ha un incentivo, anche minimo – come un gettone per ogni lead segnalato, un bonus a fine mese, una percentuale se la trattativa si chiude grazie a lui, allora ha tutte le ragioni per “tirarti dentro la conversazione” e metterti in contatto con la persona giusta.

Questo meccanismo è fondamentale perché cambia l’approccio: non gli stai chiedendo un favore, ma gli stai offrendo un'opportunità. Non gli stai dicendo “mi segnali qualcuno?”, ma “ti va di guadagnare anche da chi non comprerebbe direttamente da te?”. In altre parole, stai ampliando il suo potenziale di guadagno. Attenzione: non parliamo per forza di grandi cifre. Spesso basta poco per creare attenzione, coinvolgimento, motivazione. Un gettone simbolico per ogni contatto attivato, un premio a soglia, un incentivo cumulativo… ognuno può costruire il proprio modello in base al budget e al tipo di business, ma la regola non cambia: nessun segnalatore lavorerà con costanza se non sente che il gioco vale la candela. C’è poi un altro aspetto, meno visibile ma altrettanto importante: il riconoscimento. Molti agenti di vendita non chiedono solo soldi, ma vogliono sentirsi parte del progetto. Se si accorgono che i contatti che portano vengono gestiti bene, che il cliente è soddisfatto, che il loro ruolo è stato valorizzato, allora il referral non sarà più un’eccezione, ma una pratica costante, spontanea, naturale. Il win-win non è uno slogan, è una mentalità, per chi lavora nella vendita, è l’unica che funziona davvero.

Segreto III - Il segnalatore di professione

Ciro ha 38 anni, vive in provincia di Napoli, non ha mai timbrato un cartellino, mai indossato una divisa, mai fatto un colloquio di lavoro. Ma da oltre dieci anni porta a casa uno stipendio vero, ogni mese, solo grazie alle segnalazioni. Come? È quello che nel gergo commerciale si definisce un procacciatore d’affari, una figura ibrida, spesso invisibile nelle strutture aziendali, ma con un impatto diretto sulle vendite. Il suo mestiere era semplice, almeno all’apparenza: segnalava famiglie e piccole imprese interessate a cambiare gestore energetico. Ogni contratto andato a buon fine, un gettone. Ogni cliente portato, una provvigione. E senza mai dover chiudere direttamente la vendita. Ciro conosceva tutti: baristi, tabaccai, estetiste, vicini di casa, clienti abituali dei centri scommesse. Parlava con tutti, si faceva raccontare quanto pagavano di bollette, capiva chi poteva essere interessato e segnalava. Un numero di telefono, un nome, una dritta. Lui non vendeva, creava opportunità per chi vendeva. E questo bastava a garantirgli entrate regolari. Nessun prodotto da portarsi dietro, nessuna trasferta obbligata. Solo relazioni, ascolto, intuito. Una figura leggera, ma capace di spostare volumi. Attenzione però: non è tutto così semplice. Per evitare guai, i segnalatori di professione vanno regolarizzati. Se li paghi in modo continuativo, devono essere iscritti all’’Enasarco, l’ente previdenziale per gli agenti di commercio. Altrimenti, rischi sanzioni, vertenze e problemi fiscali. In pratica: se vuoi che lavorino bene e a lungo, tutelali come si deve, dagli un contratto chiaro, anche minimo, e soprattutto non farti trovare impreparato. Il segnalatore non è un “amico che ti fa un favore”: è un pezzo del tuo processo commerciale, va trattato come tale. E in fondo, figure come Ciro dimostrano una cosa importante: non serve avere una forza vendita strutturata per attivare una rete di referral. Basta intercettare le persone giuste, motivarle nel modo giusto, e dargli una strada concreta per trasformare il loro network in valore.

Oggi grazie al contributo di AgentScout, abbiamo scoperto chi sono i referral e come attivarli. Le strategie possono essere molteplici, ma una cosa è certa: se scegli di adottare questa tecnica, il tuo costo di marketing scende vistosamente. Se anche tu stai cercando nuove opportunità commerciali, contatta subito AgentScout.


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